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Herbie Hancock incanta Roma: un ponte sonoro tra le epoche del jazz
1 Ago 2025
Alessandro Marenga aka Amptek
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Herbie Hancock incanta Roma: un ponte sonoro tra le epoche del jazz

Herbie Hancock incanta Roma: un ponte sonoro tra le epoche del jazz Il 14 luglio 2025, l’Auditorium Ennio Morricone ha accolto una delle leggende assolute del jazz: Herbie Hancock. A 85 anni, il maestro ha regalato alla Cavea una performance travolgente, capace di intrecciare il passato glorioso con una sorprendente tensione verso il futuro. Con un repertorio che ha attraversato decenni di innovazione — da Butterfly a Chameleon, da Actual Proof a Rock It — Hancock ha guidato il pubblico in un viaggio musicale senza tempo. A colpire è stata la sua capacità di muoversi tra elettronica ambient, jazz-funk, improvvisazione pura e mash-up inaspettati, mantenendo sempre intatta l’energia e la curiosità di un esploratore sonoro. Tra i momenti più intensi della serata, una rilettura commossa di Footprints di Wayne Shorter, proposta con una nuova veste armonica e un tempo rallentato, in omaggio al grande sassofonista recentemente scomparso. Ad accompagnarlo, un quintetto di altissimo profilo: Lionel Loueke alla chitarra, con le sue textures afro- jazz elettroniche; Terence Blanchard alla tromba, evocativo e visionario; James Genus al basso, solido e preciso; e Jaylen Petinaud alla batteria, esplosivo nell’interplay e perfettamente in sintonia con il pianismo fratturato e sempre reattivo di Hancock. Più che un concerto, un atto di resistenza creativa. Hancock ha dimostrato di non essere solo un monumento della storia del jazz, ma ancora oggi una forza attiva e vibrante. Il suo sguardo è rivolto in avanti, in un dialogo continuo tra tradizione e sperimentazione. E Roma lo ha accolto con una standing ovation che sa di gratitudine e ammirazione.