
Dopo una lunga serie di esperienze live in solo, duo e trio, John Scofield torna a calcare i palcoscenici internazionali con un nuovo e ispirato progetto: il Long Days Quartet. Considerato una delle figure chiave della chitarra jazz contemporanea, Scofield ha costruito uno stile chitarristico inconfondibile, spigoloso e al tempo stesso elegante. La sua cifra espressiva mescola jazz, blues, funk e rock in un linguaggio personale e moderno, che continua a influenzare generazioni di musicisti. Con il Long Days Quartet, Scofield esplora una nuova sintesi musicale che trae ispirazione dalla vasta tradizione americana, fondendo elementi di jazz, soul, rhythm & blues, funk, country, hip-hop, rock e reggae. Il risultato è un sound poliedrico e attuale, capace di riflettere le molteplici sfaccettature della musica statunitense e di restituirne tutta la vitalità in chiave contemporanea. Il concerto ha offerto una scaletta interamente composta da brani originali, ad eccezione di una sorprendente e raffinata rilettura di un brano di James Taylor. La varietà delle composizioni ha messo in luce la ricchezza stilistica e la coesione del quartetto, capace di alternare momenti di intensa liricità a improvvisazioni brillanti e dinamiche. Accanto a Scofield, è emersa la presenza magnetica di John Medeski, pianista e organista noto per la sua versatilità e per le precedenti collaborazioni con lo stesso chitarrista. Al concerto, Medeski ha dato prova di straordinaria creatività, in particolare all’organo Hammond, dove ha combinato groove pulsanti con escursioni sonore dal sapore psichedelico. La sezione ritmica è stata affidata a due musicisti di eccezionale sensibilità: Vicente Archer, al contrabbasso, ha offerto una base profonda e incisiva, impreziosita da assoli raffinati e tecnicamente impeccabili, mentre il batterista Ted Poor ha cesellato ritmi raffinati e articolati, sempre al servizio della dinamica collettiva e del dialogo musicale. In attesa di un’eventuale pubblicazione discografica, il Long Days Quartet si presenta come un progetto maturo e ben definito, che pur non segnando un radicale cambio di direzione nella carriera di Scofield, rappresenta un’eccellente sintesi delle sue esperienze passate. Una nuova tappa in un percorso artistico che continua a rinnovarsi senza perdere coerenza, tra intuizione, esperienza e inesauribile creatività.
